XI
Storia, pellegrinaggi
transumanza

Il sistema dei castelli

Il Sentiero di Matilde. Matilde di Canossa, a partire dalla morte della madre nel 1076, diviene a soli 30 anni l'unica sovrana incontrastata di tutte le terre che vanno dal Lazio al lago di Garda. Il potere dei Canossa si basa su una rete di castelli, rocche e borghi fortificati situati nella Val d'Enza, che costituiscono un complesso sistema di difesa che ha sempre resistito ad ogni attacco portato sull'Appennino. Dopo alterne e sanguinose battaglie viene sconfitto anche l'esercito dell'imperatore Enrico IV. Nel 1111, proprio il figlio dell'imperatore sconfitto Enrico V incoronerà Matilde "Regina d'Italia" e "Vicaria Papale". Link:

Uno dei tre sentieri tematici che attraversano l'Appennino reggiano è il Sentiero Matilde (circa 80 km). Ripercorre i luoghi della Gran Contessa Matilde da Canossa (219 m) fino a San Pellegrino in Alpe (1524 m) sul crinale Tosco-emiliano. Il sentiero è diviso in sette tappe, di cui cinque nell'Appenino reggiano. La Provincia di Reggio Emilia provvede alla sua manutenzione (link: - ) .

X - XI secolo: la via Bibulca. Costruita attorno al Mille, era un’importante via di attraversamento fra Modena e la Toscana, ancora utilizzata nel XVI secolo. Il tracciato fu ripreso dal primo progetto della strada ducale nel 1738, abbandonato poi dal Vandelli per il percorso di crinale. La via faceva parte di un itinerario molto più lungo, che collegava Lucca a Canossa dove'era il centro di potere della magna comitissa Matilde. La via Bibulca era così chiamata perchè era abbastanza larga da consentire il passaggio di due buoi appaiati, misura eccezionale per quel tempo: una vera superstrada del Medioevo. Il percorso risaliva le valli del Dolo e del Dragone fino al Passo delle Radici, mettendo in comunicazione il Modenese con la Garfagnana. Come le moderne autostrade, era a pagamento: e il pedaggio che si doveva sborsare per percorrerla non doveva essere di poco conto, a giudicare dall’impegno col quale gli abati di Frassinoro, si prodigarono per conservare il loro privilegio di riscossione. La strada conservò quindi grande importanza commerciale fino al Settecento inoltrato.

Normanni nel sud

Attorno al 1017 giunsero in Puglia i primi Normanni proprio in pellegrinaggio al santuario di San Michele a Monte Sant'Angelo sul Gargano, e dopo poco più di trent'anni misero le basi per il loro dominio nel meridione italiano (link: - )

 

Tratturi. La storia dei tratturi è millenaria e legata alla transumanza. - Il nome tratturo compare per la prima volta durante gli ultimi secoli dell'Impero romano come deformazione fonetica del termine latino tractoria, vocabolo che, nei codici di Teodosio e di Giustiniano, designava il privilegio dell'uso gratuito del suolo di proprietà dello Stato, di cui beneficiavano i pubblici funzionari. Questo privilegio venne presto esteso ai pastori della transu m anza (*) per l'uso delle vie pubbliche.

Le antiche genti (con o senza animali transumanti al seguito), nelle loro migrazioni, seguendo i corsi dei fiumi, il moto delle stelle o il proprio istinto, ricalcavano le vie razionalmente più brevi e sicure. Prima che Roma con incidesse sulla Penisola il più grande disegno stradale dell'antichità (quello che ancor oggi collega i centri principali dell'Italia), i tratturi accolsero intensi traffici commerciali, fino ad assurgere, in età moderna, a sistema viario di grado elevato grazie a caratteristiche tecniche dei tracciati, servizi offerti, disciplina dell'uso e mole di traffico.

I pastori vivevano il culto dei santi in modo fervido e non a caso le forme di ritualità religiosa si svolgano in coincidenza di ricorrenze stagionali, quali la tarda primavera, periodo di propiziazione dei raccolti e partenza delle greggi per alpeggi o pascoli appenninici. Lungo i tratturi, le maremmane e tutte le vie di transumanza vi sono reperti storici di grande rilevanza e, tra queste antichi templi, chiese o semplici edicole votive a S.Michele o alla Vergine Maria (famosa quella in Basilicata del bosco sacro dell'Incoronata, la cui festa veniva celebrata nell'ultima settimana di aprile al termine della stagione di pascolo invernale, con la vestizione della Madonna nera e la cavalcata degli angeli). Spesso non a caso le date della transumanza variavano in base alle ricorrenze religiose del luogo. A Monteserico, in Basilicata, l'affitto del pascolo estivo iniziava il venticinque marzo, festa dell'Annunciazione, anziché l'otto maggio. Invece a Venosa la partenza per la montagna avveniva il sette maggio in occasione del culto di Santa Maria delle Grazie presso una chiesa ipogea.

Nel periodo di massimo sviluppo la rete viaria tratturale del centro sud Italia si estendeva da L'Aquila a Taranto, dalla costa adriatica alle falde del Matese, con uno sviluppo complessivo che superava i 3000 Km . I tratturi furono strade particolari e, sotto molti aspetti, irripetibili. Disposti come i meridiani (tratturi) e i paralleli (tratturelli e bracci), essi formarono una rete viaria a maglie strette che copriva in modo equilibrato e uniforme tutto il territorio. Oggi il modello della scala a pioli, con autostrade e ferrovie costiere collegate tra loro da fondovalli trasversali, ha lasciato il Mezzogiorno interno senza adeguata infrastruttura portante e in balia di una travolgente spinta centrifuga.

I tratturi dettarono in tutto il Mezzogiorno orientale la legge del movimento e dell'insediamento, influenzando alla radice l'assetto del territorio. Furono non solo strade, ma anche pascoli per le greggi in transito dotati di servizi e attrezzature per uomini e animali. Solo nel Molise sono oltre 70 i centri sorti lungo il percorso dei tratturi; tra questi sono comprese le città di Campobasso, Isernia e Bojano.

I pellegrinaggi per forza di cose seguirono le stesse vie, sulle quali erano sorti taverne ed ospizi (da cui ospedali) in cui venivano ospitati i pastori e poi anche i pellegrini.

(*) Transumanza vuol dire pastorizia trasmigrante. La parola è composta da trans (al di là) e da humus (terra), come dire greggi che migrano. Ma non è pastorizia nomade, cioè senza fissa dimora, e neppure quella stanziale, ossia con una sola dimora. La transumanza, infatti, si basa su quattro capisaldi: il cambio tra due sedi note in determinati periodi dell'anno; la proprietà del gregge; lo sfruttamento diretto dello stesso; l'orientamento verso l'economia di mercato.

 


VIAGGIO NELLO SPAZIO DELLE VIE VERDI