Da Capo Palinuro ai monti e ritorno. Sentieri battuti per millenni con, in spalla o sugli animali da soma, sacchi del prezioso sale , merce di scambio utilizzato per conservare il cibi e come preziosa merce di scambio.
La torre di Velia
Pecore, sale, olio... quanto hanno influito sulla ricchezza e lo sviluppo della civiltà.
Lungo il fiume Mingardo
verso San Severino
Link e approfondimenti
Tratturi, tratturelli e bracci
La via Salaria Roma
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Ogni insediamento aveva un sentiero che conduceva al mare per la raccolta del sale, tante quindi erano le vie del sale.
La maggior parte delle vie del sale del Cilento partivano e confluivano a Velia e Palinuro per soddisfare necessità prioritarie: la ricerca dei metalli e il raggiungere in un sol giorno di cammino l'opulenta Valle del Tanagro.
Originariamente, partendo da Velia saliva a Castelluccio e proseguendo lungo i crinali delle colline raggiungeva la Contrada Salina di Ceraso, poi proseguiva per l'attuale campo sportivo su fino al cimitero e attraversando quella che oggi è denominata contrada Scognarente arrivava alle cosiddette Terre Rosse raggiungendo Passo Beta che si trova tra il Monte Scuro ed il Monte Gelbison.
Qui cominciava il percorso in discesa verso Pruno Rofrano e stazione di sosta e bivacco per le carovane che partite da Velia dovevano raggiungere la valle del Tanagro.
Da qui raggiungevano l'odierno Buonoabitacolo e quindi il Vallo di Diano. Lungo questo percorso oltre al Passo delle Beta e a Pruno erano punti obbligati anche la tempa del Cerro e la Croce di Rofrano.
Con la gente della valle di Tanagro si stabilirono ottimi rapporti commerciali scambiando l'ottimo sale delle loro saline e la ceramica con il pregiato grano che poi veniva trasportato via mare fino ad Atene.
Successivamente, a causa delle continue sfide dei Lucani il percorso fu modificato e fu necessario erigere, sulla sommità della Civitella un complesso fortificato - Frourion - che aveva la funzione di proteggere le carovane.
Il secondo percorso si diversificava a partire dalla contrada Salina poiché proseguiva per Ceraso, la costa delle Monache, il cimitero di Vallo per poi aggiungere il passo Alfa di Cannalonga e da qui giungeva nel Vallo di Diano.
Questo percorso si rilevò più facile da attraversare nel lungo periodo invernale perché meno innevato del passo Beta
Della via del sale si sa che ancora nell'800 fungeva da trait-d'union tra le rive tirreniche e la valle del Tanagro
I Borboni nel '700 ne potenziarono l'efficacia costruendovi anche caserme " Tempa del Cerro" – 859 slm dai cui ruderi è possibile spaziare dalla Civitella a Novi e smarrirsi e fondersi con l'azzurro del mare di Velia per richiamare memorie, siti, epoche, uomini che hanno affidato a queste terre la fiaccola del riscatto, della libertà e della democrazia |