La Via Salaria |
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Le vie vel sale erano fondamentali per il trasporto del prezioso minerale utilizzato principalmente per conservare il cibo. Per il controllo del sale scoppiò la guerra tra Veio e Roma (396 a. C.). L'importanza strategica dell'arteria è testimoniata dai diversi trattati che regolarono i rapporti tra Latini, Sabini e Piceni per assicurare il transito del prezioso bene. Dal centro di Roma (miliarium aureum) la Via Salaria moderna ricalca quasi interamente il percorso antico e, lungo il primo tratto, si conservano pochi monumenti a causa degli interventi edilizi moderni. Proseguendo verso nord si conservano una serie di sepolcreti antichi, tra cui quello di Trasone (ad S. Saturninum), la catacomba dei Giordani o di Sant’ Alessandro e le celebri catacombe di Priscilla. La via Salaria fiancheggiava Villa Ada per superare l'Aniene sul Ponte Salario, nel punto di confluenza con il Tevere. Il passaggio era controllato in epoca arcaica dall'abitato latino di Antemnae, oggi Forte Antenne. Subito dopo ponte Salario, si incontra la Torre Salaria, edificata nel XII secolo sui resti di un mausoleo romano, detto di Mario. Da qui la strada procedeva con un rettifilo verso Fidenae, attraversando la piana del Tevere; tuttavia, nulla si conserva dell'antico centro, fedele alleato dei Sabini e di Veio e costantemente in lotta con Roma. Fidenae, (oggi borgata dove si può ammirare Villa Spada). Septem balnae (Settebagni). Sulla collina tufacea della Marcigliana Vecchia è stato invece identificato il sito di Crustumerium, importante centro latino che raggiunse l'apice del suo sviluppo tra il VII e il VI a. C.. Il percorso proseguiva sempre ad est dell'attuale Salaria verso le alture ad ovest di Monterotondo, dove, all'altezza del km 26 della via moderna, sorgeva Eretum, per il quale è stata proposta l'identificazione in località Casacotta, nel comune di Montelibretti. Subito dopo, la Salaria si congiungeva con la via Nomentana. La via risaliva la valle del Tevere fino a Cures (vicino Passo Corese), attraversava il territorio sabino, valicava l'Appennino sotto il Terminillo e percorreva il territorio piceno fino ad arrivare a Castrum Truentinum (Porto d'Ascoli). Fara Sabina. Da Vicus Reatinus - Rieti dove arrivava originariamente, la strada venne prolungata fino al mare Adriatico, in seguito alla conquista della Sabina nel 290 a. C. e alla successiva fondazione della colonia latina di Firmum (284-283 a.C.), nel territorio dei Senoni. Interventi di manutenzione stradale operati già alla fine del II sec. a. C., come il viadotto di Rieti, lasciano supporre che la via fosse già ben strutturata in quell'epoca. Seguiva il fiume Velino, Cotilia, Interocrium (Antrodoco) Link:
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La Porta Salaria Il tratto meridionale della via Salaria coincideva con la via Ostiense e usciva dalle mura serviane attraverso Porta Collina, quindi superava le mura aureliane da Porta Salaria che, restaurata nel VI sec.d.C. da Belisario e da Narsete, fu completamente demolita nel 1871.
L'odierno abbandono
Il ponte Salario presentava originariamente una grande campata centrale, con archivolto in travertino, e due archi minori in tufo di Fidene. IL ponte fu luogo di scontri tra eserciti di ogni epoca: dagli etruschi alle guerre con i sabini, dal papato ai longobardi, da Napoleone ai garbaldini. |
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