SANTIAGO
DI COMPOSTELA - Sudati, sporchi, felici, i pellegrini vagano per
la Cattedrale allafi1Ìe del Cammino e sifermano davanti a
Santiago Matamoros, l'ammazza-mori a cavallo e con la spada. Ieri
è stato il giorno della grande festa nell'anno santo di San
Giacomo (accade ogni volta che il 25 luglio capita di domenica):
nella notte lo stupore per gli spettacolari fuochi. Poi, la messa
solenne con re Juan Carlos che ha fatto un'invocazione al santo
sui problemi più scottanti dei nostri giorni, al terrorismo
all'immigrazione. L'immagine con la quale più s'intreccia
la storia della Spagna, la statua che dopo l'attentato dell'11 marzo
i religiosi del tempio avrebbero voluto rimuovere per evitare problemi
con i musulmani, è rimasta nella sua veneratissima cappella.
È il risultato delle proteste di tutto il mondo cristiano.
Non è questa però l'iconografia del santo più
vicina a chi è giunto fin qui dopo aver percorso a piedi
800 chilometri. Bisogna andare sul retro della chiesa, in Praza
da Quintana, e cogliere quei brevi e solitari "faccia a faccia"
che si hanno con un altro Giacomo: il cappellaccio a tesa larga,
la mantella con le due conchiglie, il bastone, il libro apostolare.
E' una statua in pietra, posta nei pressi della Porta Santa. Ha
un'aria simpatica, scanzonata, un po' hippy. Come
mezzo abbiamo scelto la bicicletta, un'alternativa al percorso a
piedi che rende il viaggio più veloce (il tragitto è
di II tappe e alla fine il contachilometri della mountain-bike segnava
quota 812) ma non meno duro: colline da apnea, boschi fitti, discese
con pietraie che preannunciano cadute rovinose. Oppure altipiani
battuti dal sole, dal vento e dalla polvere. Sempre attenti a non
perdere la freccia gialla che indica il Cammino, svettante come
un cartello stradale o pitturata su un muro diroccato. E pronunciando
migliaia di volte "Ola, buen camino" a ogni pellegrino
sulla via. Da soli, o facendo qualche tratto in compagnia. Coppie,
alcuni amici, altri corridori solitari come Edo, un ragazzo di Barcellona
ferratissimo in altimetrie e studi dettagliati delle difficoltà.
il tutto con dieci chili di bagaglio. AL
VIA - È il 13 luglio. Abbiamo scelto il Cammino francese
che comincia da Saint Jean Pied-de-Port e varca i Pirenei
spuntando a Roncisvalle, luogo pieno di suggestioni per le gesta
di Orlando (l'altro passaggio è più a Est, a Somport,
e introduce al Cammino aragonese). In 21 chilometri, da 189 metri
di altitudine del punto di partenza ai 1.430 della Collada de Lepoeder,
già in terra spagnola. Per poi scendere in altri 6 chilometri
a 960 metri. Come "battesimo del fuoco" non c'è
male. A Roncisvalle ci accolgono in dormitori annessi al
complesso monastico per 7 ,5 euro (risulterà la spesa più
alta per un letto) e scopriamo il sostanzioso menu del pellegrino
(piatto di carne o pesce, un contorno, pane, acqua e vino), 7 euro.
Si va alla Collegiata dove alle 20 viene celebrata la messa del
pellegrino che si chiude con una benedizione collettiva, recitando
un testo dell'XI secolo: "O Dio, che portasti fuori il tuo
servo Abramo dalla città di Ur, ti chiediamo di custodirci,
noi tuoi servi, che per amore tuo andiamo pellegrini a Santiago".
L'ultima esclamazione è " mtreya" (Forza, avanti)
, il saluto che ci si scambia da oltre mille anni. La tappa da Roncisvalle
a Puente la Reina ci fa capire la fierezza della terra di Navarra:
passaggi mozzafiato nei boschi lungo gole solcate da ruscelli. Si
passa da Villaba, il paese natale di Indurain, prima di entrare
in una Pamplona ancora sotto sbornia per le corse dei tori nella
festa di San Firmin. Poi il paesaggio si apre alle colline che preannunciano
la terribile salita dell'Alto del Perdon. In cima, una delle numerose
centrali eoliche di queste lande. E, in agguato, una discesa vertiginosa
verso Puente la Reina, dove il cammino francese e quello
aragonese si congiungono. Nell'affollatissimo ostello ci ritroviamo
con un gruppo di ultrasessantenni. Sono molte le persone di età
matura che affrontano il Cammino, testimoni di una terza età
europea dinamica e in buona salute. "Ora che non lavoro più
ho trovato il tempo per soddisfare questo mio desiderio", dice
Roberta, un'allegra signora ticinese incurante delle ginocchia gonfie,
mentre la sua amica coetanea spagnola si passa la tintura di iodio
alle dita di un piede. E tra i pensionati ci sono SULL'EBRO - Logrono è un gioiello adagiato sul fiume Ebro. Vigne e campi di girasole della regione della Rioja scorrono veloci lungo un tracciato di terra rossa fino a Villafranca Montes de Oca. Con una fermata d'obbligo a Santo Domingo della Calzada, dove nella cattedrale riposali santo che impiegò la vita a facilitare il cammino dei pellegrini, disboscando e costruendo una città e un ospedale. Il tragitto fino all'eremo di San Nicholas è tra i più ricchi di emozioni: dalla salita spaccagambe dell'Alto della Predaja alla magia della pietra bianca di San Juan de Ortega, allo splendore della cattedrale di Burgos, trionfo del gotico internazionale, nella città in cui tutto riporta alle gesta del Cid, l'eroe leggendario spagnolo. Siamo nel cuore del vecchio regno di Castilla, uno degli scrigni dell'identità iberica. Poi il paesaggio cambia, bisogna far scorta di acqua alla fuente di paesini fantasma prima di salire verso gli spazi sconfinati della Meseta: luce accecante, caldo e nemmeno un'anima viva per circa 25 chilometri. Si arriva in serata a uno dei posti più suggestivi del Cammino, l'eremo di San Nicholas del XII secolo, gestito dalla confraternita italiana di San Jacopo di Compostela che ha sede a Perugia. Lo ha scoperto e recuperato Paolo Caucci, presidente del comitato internazionale di studi composteliani, uno dei massimi esperti di San Giacomo. Qui il pellegrino è accolto gratis con la cerimonia della lavata e del bacio dei piedi, scandita da parole antiche: "...che il riposo ti conforti e aumenti le tue forze per continuare il cammino verso Compostela". Poi tutti insieme per la cena a lume di candela con pasta italiana, arrosto, insalata. "Grazie" ripetono tra il sorpreso e il commosso Cristina e Heinz, una giovane coppia di tedeschi che cammina trasportando su una carriola un cane lupo con le zampe fasciate: è a lui che si sono gonfiati i piedi". IN
CASTILLA - Le pianure sterminate della Castilla y Leon ci permettono
di coprire ben 119 km in una sola giornata. Due ragazzi camminano
spediti verso l'infinito: sono polacchi, il primo porta svettante
una grande croce, il secondo la bandiera del proprio Paese.. A BoadilIa
compare dietro un gregge di pecore Alejando Sandoval Ortega, 79
anni, che in zona chiamano "la luce del Cammino". Intrattiene
i pellegrini raccontando storie dei personaggi che incontra. "Qualche
mese fa ho accolto due ragazze canadesi molto stanche, che avevano
problemi con la lingua spagnola. Ho offerto loro un caffè.
È finita che sono rimaste a casa mia per una settimana"
. A Leon ci si commuove davanti alle vetrate della cattedrale gotica
che gareggiano per bellezza con quelle di Chartres. Mentre ad Astorga,
il tardo gotico si confronta con |
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Qualcuno ha detto che "le vie sono i fiumi della storia"; l'idea ci piace molto, anche |
Sul
Cammino con i nuovi pellegrini Aree
protette, ora un po' meno |