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da Villa Centocelle

fino a Colle Marasca


 

Percorso

la guida su questo tratturo è Tonino, ma il racconto di questi due giorni di esplorazione è di
Gregorio Minervini
. Chi meglio di lui che a cavallo ha attraversato gli Stati Uniti, da Sud a Nord (realizzando quello che, oltre al suo, è il sogno di ogni americano) poteva darci una sensazione originale di ciò che si prova a cavalcare qui: le pianure sconfinate del mitico West non sono poi così lontane.

Tratturi

Lasciando Centocelle,
nei pressi della Stazione di Ripabottoni,
saliamo lungo il
tratturo Celano Foggia, completamente coperto di erba e delimitato da coltivazioni che spesso occupano e restringono
il passaggio.


Per un tratto

procediamo in vista del braccio Centocelle-Cortile.

Arrivati al paese
di Ripabottoni passiamo accanto al campo sportivo, che è stato costruito proprio al centro del tratturo (la dice lunga di come in passato fosse valutato questo patrimonio),

qui solo un sentiero indica il tracciato della via armentizia, ma, dopo poco
abbandonata la zona abitata,
il tratturo torna
finalmente a riallargarsi ridonandoci la sensazione di vastità e di terra selvaggia.


Corsi d'acqua

Lasciato l'abitato di Centocelle il tratturo si allarga e inizia la discesa verso il fiume Biferno

Dopo il paese di Codacchi e un dislivello di circa duecento metri si deve guadare il torrente Rivo, si costeggiano lo stesso Rivo e il torrente Fratta, riattraversandoli alcune volte (questo corso d'acqua sulle antiche carte della reintegra dei tratturi del sec. XVII è citato come Lo Righo , tra i territori di Trivento e di S.Biase)

 

 

Ore totali

circa sei

 

Soste

pranzo al sacco e tenda

Il punto dove passeremo la notte si chiama Colle dell'Orso (o la Montagnola ).
A Ovest si vedono le Mainarde, a Nord-Ovest la Maiella, a Nord Roccaraso e a Sud il Matese. Si vedono rapaci in volo: da queste parti mi dice Tonino, non è raro vedere nibbi, lodolai, poiane e perfino il falco reale.

Il tratturo è molto panoramico e permette di vedere per un lungo tratto a Nord il paese di Morrone del Sannio e a Sud Castellino del Biferno. Scendendo verso il fiume il tratturo è perfettamente visibile, ma una volta arrivati si deve cercare il guado perché la vegetazione ha ridotto il passaggio alla sola mulattiera, che si trova a ore 11 e passa sotto la superstrada n 647 Bifernina. Qui, per la prima volta nella nostra spedizione, ho un po' di paura quando, dopo il difficilissimo guado, ci troviamo di fronte ad una parete perpendicolare di tre metri di fitta vegetazione: Ottorino, il ragazzone che ci accompagna si dimostra una vera forza della natura spianandola a forza di roncola. Saliamo rapidamente e continuiamo sempre in salita su una strada bianca - con un dislivello di circa 500 metri - passando tra i paesi di Castelbottaccio, ben visibile verso Nord, e di Lucito, che si vede meno pur essendo più vicino. Si deve attraversare la strada provinciale n. 73, che unisce questi due centri, dopo di che inizia la parte più bella di tutto il percorso: una zona collinare, molto ventilata, assolutamente libera anche come panorama, ma soprattutto… un mare d'erba… terra fatta per i cavalli che mi ricorda l'Oregon… e come in un flash back galoppando mi sembra di essere ancora nel mio viaggio in America . Arrivati a Colle Marasca facciamo una sosta presso i ruderidi una vecchia cappella, da cui si vede l'acquedotto molisano appena superato. Siamo su una collina a 944 mslm, da cui lo sguardo spazia per chilometri: si vedono tutti i paesi circostanti, alle spalle la verde vallata del Biferno appena attraversata e di fronte la valle del Trigno, verso cui siamo diretti. Scendiamo verso la contrada Codacchi nel comune di Trivento e sul mare d'erba ci appare come una visione. Sembra una zattera con un profugo a bordo… in realtà si tratta di un contadino che zappa il suo campo che sarà di una ventina di metri quadrati e dà l'esatta sensazione di credere in quello che fa… attorno a lui non ci sono mezzi né case, solo un mare d'erba. Per questo sembra un naufrago, un segno di vita umana perso nella natura. Ho la sicurezza che questa scena mi resterà dentro per sempre. Dopo un boschetto ed una rupe, lungo una strada bianca appaiono le case di Codacchi, tutte costruite e ben allineate ai lati del tratturo. Passiamo l'abitato e incontriamo un dirupo sterrato con un dislivello impegnativo di circa duecento metri. Guadiamo il torrente Rivo e, dopo due o tre chilometri, inizia la grande salita che porta a Salcito; qui il tratturo diventa poco riconoscibile. Sono oltre quattro chilometri impegnativi, poi il tracciato finalmente si allarga continuando in leggera salita, delimitato ai lati da belle masserie con l'aia. Attraversiamo la strada (detta Garibaldi ) che da Trivento va verso Torella e in breve giungiamo in un punto panoramico dal quale si vede Torella del Sannio. Col binocolo vediamo che è già arrivato il resto del gruppo con Sandro Vannucci e decidiamo per il bivacco.

Approfondimenti

Ospiti, siti e link - Chi è ...:

Gregorio Minervini


Glossario:

Una civiltà chiamata transumanza

Tratturi, tratturelli, bracci

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