industria

Avevamo la luna
L'Italia del miracolo sfiorato, cinquant'anni dopo

di Michele Mezza

Donzelli editore

CRONOLOGIA DETTAGLIATA ITALIA 1960 CRONOLOGIA DETTAGLIATA ITALIA 1961 CRONOLOGIA DETTAGLIATA ITALIA 1962 CRONOLOGIA DETTAGLIATA ITALIA 1963 CRONOLOGIA DETTAGLIATA ITALIA 1964 MOLTA BELLEZZA
MA POCA POTENZA

Conversazione con Franco Ferrarotti
La sindrome di Lukacs: l'Italia non è un paese per sociologi

Documenti Innovazione Industriale


Biografia ufficiale

Sociologo. Professore emerito dell'Università degli studi di Roma "La Sapienza".
Nato il 7 aprile 1926 in Piemonte, si è laureato in filosofia all'Università di Torino, nell'anno accademico 1949-1950, con una tesi su "La sociologia di Thorstein Veblen", di cui aveva tradotto La teoria della classe
agiata.
Duramente criticato da Benedetto Croce ne "Il Corriere della Sera" del 15 gennaio 1949, alla stroncatura crociana replica con due saggi nella "Rivista di Filosofia". Compie studi di perfezionamento a Parigi, Londra e Chicago.
È fra i fondatori del Consiglio dei Comuni d'Europa a Ginevra nel novembre 1949.
Con Nicola Abbagnano l'amicizia lo porta, nel 1951, a fondarei "Quaderni di Sociologia" a cui da un seguito nel 1967, fondando anche la rivista di cui è ancora direttore, "la Critica Sociologica".
A partire dal 1948 fino alla scomparsa di Adriano Olivetti, nel febbraio del 1960, Ferrarotti è uno dei suoi piú stretti collaboratori, in un incontro nello stesso tempo politico, ideologico, spirituale e ideale, avvenuto sulla «strada dell'utopia». L'utopia era legata a una grande sfida progettuale: industrializzare Ivrea senza distruggere l'ambiente; sviluppare il Canavese senza stravolgerne l'anima contadina. Una sfida «locale» che incontrava tuttavia i grandi scenari «globali»: lo sviluppo della democrazia industriale in Europa, la politica delle grandi fondazioni americane; la crescita della cultura
delle scienze sociali come strumento di innovazione nella società e nell'impresa.
È deputato indipendente al Parlamento per la Terza Legislatura (1958-1963) in rappresentanza del Movimento Comunità dello stesso Adriano Olivetti.
Non si ripresenta per la rielezione, avendo deciso di dedicarsi in piena autonomia allo studio e alla ricerca.
Ottiene la prima cattedra di sociologia in Italia nell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" nel 1960, a seguito del primo concorso bandito in Italia
per questa disciplina, risultando storicamente primo titolare di una cattedra di sociologia in Italia. Dal 1957 al 1962 è direttore della Divisione dei Fattori
Sociali nell'O.E.C.E., ora O.C.S.E., a Parigi. Nel 1965 è Fellow del "Center for the Advanced Study in the Behavioral Sciences" a Palo Alto, California.
Visiting Professor presso molte università europee e nordamericane, in Russia, Giappone e America Latina. Nel 1978 è nominato "Directeur d'Etudes" alla Maison des Sciences de l'Homme a Parigi. Medaglia d'oro al
merito della Cultura. Membro della New York Academy of Sciences.
Attualmente dirige "la Critica Sociologica", da lui fondata nel 1967, ed è coordinatore del "Dottorato in Teoria e Ricerca Sociale" nell'Università di Roma "La Sapienza". È autore di numerosi libri e pubblicazioni, in buona parte tradotti all'estero. Nel giugno 2001 è stato insignito del Premio per la Sociologia dall'Accademia Nazionale dei Lincei.

  VIDEO INCONTRO

venerdì 15 giugno 2012

1. Le previsioni di Olivetti. La comunità di fabbrica e il superamento del fordismo. Le macchine al servizio dell'uomo senza asservirlo. L'istituto Gramsci e Giuseppe Di Vittorio. Sociologia, marxismo e storicismo della classe dirigente. Le opportunità aperte dalla caduta delle ideologie e l'eclisse degli intellettuali. L'essere multidimensionale, la comunicazione con la comunità.

2. La prima volta che incontrai Adriano Olivetti... e fui subito assunto.

3. Cosa rimane delle idee di Adriano Olivetti nell'Italia di oggi. Ivrea e Torino... L'estetica degli oggetti, la Lettera 22.

4. L'incontro di Olivetti con Enrico Mattei. Mario Tchou... L'interesse per il trascendente e l'intuito di Olivetti uomo e imprenditore. La cessione della divisione elettronica alla GE e lo strozzamento della genialità italiana. L'acquisizione della Underwood, prima azienda americana ceduta agli stranieri. La custodia delle macchine da scrivere durante la guerra da parte della popolazione di Ivrea. Amicizia... lacci e lacciuoli della imprenditorialità italiana...

5. Postcapitalismo e capitalismo dell'etere...

 

Audio dell'intervista (prima parte, senza il "fuori onda")


Testo provvisorio

•  l' Economia , con le ambizioni italiane nei due campi fondamentali per il futuro economico come la pianificazione delle risorse petrolifere, grazie all'intraprendenza del presidente dell'ENI Mattei, e lo sviluppo di inedite soluzioni informatiche sviluppate dal gruppo Olivetti. In entrambi i casi le speranze furono stroncate proprio nel corso di quel fatidico anno, con una morte sospetta, quella di Mattei, e una violenta riorganizzazione dell'Olivetti, con la vendita della divisione elettronica agli americani della General Electric...

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