Annibale sconfitto dai Sanniti Pentri

 

di Natalino Paone

 


 

 

 

 

 

 

 

 

Glossario:
Tratturi, tratturelli, bracci, dogana

Nel 217 a .C., dopo la vittoria estiva del Trasimeno, Annibale giunse nel Sannio, da dove ripartì l'anno dopo, a fine giugno del 216, per la Puglia. Durante l'inverno il condottiero cartaginese devastò il Sannio ma subì anche la sua prima sconfitta in Italia. Questa si verificò a Gerione (Gereonium), altura tra Casacalenda e Larino, dove i punici avevano stretto in una morsa i legionari di M.Minucio Rufo e stavano per annientarli quando giunse Numerio Decizio, comandante sannita, con ottomila fanti e cinquecento cavalieri pentri, che ribaltarono le sorti del conflitto. Sullo storico monte ancora oggi i resti delle mura sannitiche in opera poligonale danno il segno della distruzione, ma ben più gravi furono le devastazioni provocate dalle truppe di Annibale nel resto del Sannio, che percorsero in lungo e in largo seguendo gran parte delle vie tratturali. I punici non risparmiarono un lembo del territorio, producendo danni maggiori persino di quelli sillani nella guerra sociale (91 – 87 a .C) ultimo disperato tentativo di ribellione dei Sanniti. Tra le opere distrutte vi fu, com'è noto, il tempio ionico di Pietrabbondante (III sec. a.C.), simbolo politico e religioso del Sannio dei Pentri, la cui riparazione non fu possibile, tanto che si provvide a edificarne uno nuovo. I Romani, in considerazione del fatto che i Pentri furono gli unici tra i Sanniti a rimanere loro fedeli alleati, intervennero nella ricostruzione con ingenti aiuti finanziari.