Alle spalle della
Chiesa di S.Maria in Cosmedin, ai piedi dei colli Palatino e Aventino, si stende l’ampio Circo Massimo, che con la sua pianta ellittica (m. 664 x 123), occupa quasi interamente la valle tra il Palatino e l’Aventino. Si presenta come un immenso bacino ancora in gran parte interrato. Alcuni anni fa si tentò di rimodellare con il verde la brulla superficie che nasconde autentici tesori archeologici, ma con scarsi risultati. Fu realizzato nel periodo dei re etruschi, che trasformarono Roma da villaggio a città, sul luogo dove fin dai tempi di Romolo si sarebbero svolti riti e giochi sacri in onore del dio Conso (i Consualia). Durante una di queste feste popolari sarebbe avvenuto il ratto delle sabine, cui i romani, secondo la nota leggenda, ricorsero come sbrigativo mezzo per dare inizio all’incremento demografico della città.
Il Circo Massimo conteneva all’epoca di Augusto 150 mila spettatori, che Traiano portò, con nuovi lavori a 250 mila. In esso si svolgevano le corse delle bighe che costituivano uno degli spettacoli più graditi dalle folle romane.