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Terra di etruschi
tra Roma e il monte Soratte

Percorso
dall'antica Faleri Veteres

(oggi Civita Castellana)

attraverso i quattro comuni:
di Civita Castellana,
Castel S.Elia,
Nepi e
Fabrica di Roma

Antiche Vie

Via Larcense
fino a Calcata
Via Amerina

Corsi d'acqua

Guadato il torrente Treia, il rio Filetto scorre sotto il blocco tufaceo di Civita Castellana, sorta sull'antica Faleri Veteres (la cui popolazione fu probabilmente trasferita a Faleri Novi dopo una delle guerre tra Falisci e Romani)

torrente Fossitella

fosso dell'Isola

Luoghi d'interesse

Castello di Isola Conversina

 

Come sul Rio Maggiore, anche sul fosso dei
tre ponti, dopo essere
passati sul lato sinistro del torrente si giunge in
un'area con tombe a portico, chiamate tombe della regina.

Scendendo verso la parte più a valle della proprietà dell'allevamento La Duchessa, si possono già trovare resti di vecchie carrabili immerse nella vegetazione. Sulla strada asfaltata, all'altezza della pietra miliare 52, svoltiamo a sinistra e proseguiamo per circa cento metri, prima di scendere verso il fiume Treia per guadarlo nei pressi della confluenza con il Rio Filetto.
Ora si percorre una strada bianca: è la vecchia via Larcense che porta fino a Calcata. Scendendo verso il rio Filetto si passa sotto un vecchio ponte della ferrovia bombardato nella seconda guerra mondiale (vi sono delle baracche). Proseguiamo ancora cento metri sulla strada che collega Civita Castellana con Castel S.Elia, prima di imboccare nuovamente una strada bianca verso il rio Filetto. Seguiamo questo torrente lasciando Civita a nord sulla destra (si può vedere il duomo dei Cosmati). Si passa accanto a un maneggio e si attraversa un bosco entrando nel territorio di Castel S.Elia. Quest'area è indicata sulle carte IGM come Macchia della Iella e vi si incontrano molte piante di castagno, raro a quest'altitudine, solitamente ricca di faggi e querce. Il vecchio insediamento alto medievale in quest'altura era Pizzo Iella. Si prosegue in salita nella tagliata etrusca (il metodo etrusco di costruire le strade tagliando i blocchi tufacei, permetteva di avere divari tra i diversi pianori non superiori a 50/60 metri). Continuando nella macchia si entra anche nel territorio del comune di Nepi, per tornare poi in quello di Civita Castellana, nei pressi di Isola Conversina e della via Amerina. Questa antica strada, costruita fin dal 250 a.C., collegava Roma ad Amelia sul confine tra Nepi e Civita e, dopo la caduta dell'impero romano e nel periodo bizantino, assunse grande importanza militare.
Venne utilizzata fino al rinascimento e l'ANTE (Associazione Nazionale Turismo Equestre) ogni anno la percorre interamente fino ad Amelia.
Siamo nell'agro falisco: in età preistorica e nell'età del bronzo le grotte naturali di questa zona erano usate come abitazioni; quindi i primi agricoltori si stabilirono nel pianoro soprastante nel 1500 a. C. Nel medioevo diventarono insediamenti fortificati e vi sono molti castelli. Le tagliate permettono di vedere le diverse stratificazioni geologiche e vulcaniche. Durante la salita si possono individuare e scoprire facilmente diverse tombe etrusche: questo è tuttora il regno dei tombaroli. Si prosegue sull'altipiano della macchia della Iella e si arriva in uno slargo da cui si vede bene a sinistra il monte Soratte.
Verso ovest si imbocca ora una bellissima strada segnata sulle carte IGM e delimitata da grandi blocchi di pietra (ottanta centimetri per cinquanta chiamati bolognini), proseguire per circa tre chilometri verso l'Amerina, o quello che ne rimane, perché é scomparsa ormai nei campi coltivati e si trovano di tanto in tanto grossi blocchi di pietra. Arrivare fino al torrente Fossitello, che si attraversa nei pressi di un antico ponte, i cui basoli sono sparsi nel letto del piccolo corso d'acqua. Si risale e dopo cento metri si trova la tagliata dell'Amerina. Qui sono numerose le tombe, nelle quali si possono vedere tracce dell'antico intonaco, trafugato a volte con sofisticati metodi dai tombaroli: dicono che più avanti nei prati vi sia una tomba saccheggiata da poco e segnalata da un teschio (questo sistema è usato dai tombaroli come indicazione). Si lascia per un tratto l'amerina proseguendo su un tratto parallelo. Siamo nel comune di Nepi l'area è stupenda da un punto di vista naturalistico (non distante il parco del Treia), si deve fare attenzione a non calpestare le piccole orchidee selvatiche e alla base dei blocchi di tufo si possono vedere le tracce degli animali selvatici notturni (istrice, tasso). Seguire il sentiero che porta ai ruderi del castello di Isola Conversina, antico posto strategico, di cui rimangono i resti dell'antica torre (VIII sec); Sono numerosi i blocchi che costituivano il nucleo abitativo ed il ponte sul Fosso dell'Isola, il torrente che confluisce nel rio Filetto e con questo nel Treia. L’acqua del Fosso è così pura che vi si possono trovare i gamberi di fiume. Risalendo ci troviamo in una radura assolata, dopo un chilometro circa - oltrepassate alcune villette a schiera - troviamo il tratto più interessante della via Amerina in zona Cavo degli Zucchi. Si trova qui un tratto dell'antica via, che i volontari del Centro Archeologico Romano stanno riportando alla luce: i blocchi di tufo sono segnati dalle ruote dei carri in modo singolare; i solchi sono infatti molto vicini tra loro perchè probabilmente il carico sporgeva da un lato della carreggiata.
Il quarto comune che è attraversato dalla vecchia via è Fabrica di Roma. Vi sono piani per il recupero di quest'area e per la creazione di un Parco archeologico d'Europa, ma ancora tutto è fermo alla fase progettuale. La necropoli che si sviluppa ai lati della via è di notevole interesse. Scendendo verso il Rio Maggiore, dal lato sinistro del ponte romano perchè il destro è troppo stretto per i cavalli guadare il fiume in un punto che permette di notare i blocchi squadrati di tufo locale posti in opera a filari alternati di testa e di taglio (fine del terzo secolo a.C.).

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