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A destra del Corso, da via delle Muratte, si giunge alla più sontuosa fontana di Roma: la Fontana di Trevi, celebre non solo per la sua acqua eccellente, ma anche per la leggenda che bevendola, o gettando una moneta nella vasca, i forestieri assicurano il loro ritorno a Roma. E’ la facciata di Palazzo Poli, decorata con statue e bassorilievi posti sopra possenti rocce che si ergono dalle acque. Gli zampilli, gli scrosci e i giochi d’acqua animano l’imponente scenografia. Fu Agrippa che, nel I sec. a.C., portò l’acqua Vergine a Roma, per mezzo di un acquedotto. La fontana, opera dell’architetto Salvi (1735) sotto il pontificato di Clemente XII, fu decorata da diversi artisti della scuola del Bernini. Si narra che i soldati di Agrippa, trovandosi nella campagna, presso via Collatina, cercando l’acqua, incontrarono una fanciulla che mostrò loro la sorgente di questa acqua purissima e che da essa fu detta «Vergine». Il bassorilievo a destra della facciata rappresenta l’evento; quello a sinistra mostra Agrippa che spiega ad Augusto il piano per portare quest’acqua a Roma. Al centro la statua di Oceano posta su un cocchio a forma di conchiglia trainato da cavalli alati. Nel 1991 sono stati effettuati importanti restauri che hanno riportato la fontana all’originale splendore.
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