Categoria: Artisti
Nome: Guercino Giovanni Francesco Barbieri
 
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Nel 1621Guercino fu chiamato a Roma da Alessandro Ludovisi, divenuto papa Gregorio XV, e si fermò sino al 1623.

TITOLO ANNI LUOGO ITER

Erminia trova Tancredi ferito

1618-1619

Galleria Doria Pamphilj

1 e 7

Et in Arcadia Ego

1618-1622

Galleria Nazionale di Arte Antica Palazzo Barberini

3

Affreschi dell' Aurora, il Giorno, la Notte, Giochi degli amorini, la Fama, scherzi d'acqua e dame che si bagnano

1621-1623

Villa Ludovisi

3

Sepoltura di Santa Petronilla (pala destinata alla Basilica Vaticana)

1621

Pinacoteca Capitolina

1

S. Maria Maddalena genuflessa e piangente

1622-1623

Pinacoteca Vaticana

9

La morte di Didone

1631

Galleria di Palazzo Spada - Piazza Capo di Ferro, 13

5

Allegoria della pittura e della scultura

1637

Galleria Nazionale di Arte Antica Palazzo Barberini

3

La flagellazione di Cristo

1657

Galleria Nazionale di Arte Antica Palazzo Barberini

3

Saul attacca Davide

1646

Galleria Nazionale di Arte Antica Palazzo Barberini

3

La Sibilla Persica

1647

Pinacoteca Capitolina

1

Sacra Famiglia

 

Pinacoteca Capitolina

1

Cleopatra davanti a Ottaviano

 

Pinacoteca Capitolina

1

San Giovanni Battista

 

Pinacoteca Capitolina

1

San Matteo e l'angelo

 

Pinacoteca Capitolina

1

S. Agostino lava i piedi al Redentore

 

Chiesa di S. Agostino

6

S. Agostino, S. Giovanni Battista e S Paolo l'eremita

 

Chiesa di S. Agostino

6

S. Agostino

 

Chiesa di S. Pietro in Vincoli

4

S. Margherita

 

Chiesa di S. Pietro in Vincoli

4

Pittore italiano (Cento 1591 - Bologna 1666). La sua formazione artistica avvenne nell'orbita della scuola dei Carracci, anche se i veri maestri furono mediocri pittori locali. La sua prima opera significativa, la Madonna in gloria fra Santi , eseguita nel 1616 per la Chiesa grande di S. Agostino a Cento (ora nel museo di Bruxelles), rivela di già il suo particolare chiaroscuro pittorico e la grandiosità della composizione. Egli dipinge a forti contrasti luministici e per questo è stato accostato al Caravaggio, ma, anche se il punto di partenza è lo stesso, il risultato è diverso. Con il chiaroscuro Carvaggio modella con grande forza plastica, delimitando immagini con linee nette e precise, nel G. le ombre acquistano una trasparenza ariosa e non si oppongono nettamente alla luce, che non si concentra in punto, ma si sparge per tutta la composizione. Verso il 1618 G. fece un viaggio a Venezia per presentare un suo libro di disegni intitolato Primi elementi per introdurre i giovani al disegno , con il quale si presenta come teorico dell'arte. il soggiorno veneziano e la conoscenza delle opere dei maggiori pittori quali Tiziano, Tintoretto, Bassano, saranno importanti per la successiva produzione del G. Appartengono a questo periodo il S. Guglielmo di Acquitania e il Martirio di S. Pietro della Piancoteca di Bologna, la Susanna al bagno della Galleria del Prado, e la Susanna e i Vecchioni della Galleria Pitti: opere di intenso e prezioso colore. Nel 1621 fu chiamato a Roma Alessandro Ludovisi, divenuto papa Gregorio XV, già suo protettore a Bologna, e si fermò sino al 1623. L'opera piò importante del soggiorno romano e certamente il suo capolavoro è l'affresco con l' Aurora sulla volta del casino della Villa Ludovisi (iter 3) . Incorniciata da architetture illusionistiche del Tassi la rappresentazione è impostata di scorcio così da assumere un valore dinamico, sottolineato dal gioco delle ombre nel cielo nuvoloso, cui si intonano le pezzature bianco-nere del mantello dei cavalli. Il G. in questa opera realizza una pittura a macchia, di effetto modernissimo; in uno scomparto inferiore è dipinta la Notte , romantica figura femminile che sarà di modello a tanta arte barocca. In una stanza accanto a quella dell' Aurora G. dipinse con grande vivacità e naturalezza un paesaggio con scherzi d'acqua e dame che si bagnano, anticipando più tardi paesisti romani e francesi, attivi a Roma verso il 1630, tra cui lo stesso Poussin. Ed in un altra sala del casino Ludovisi ha raffigurato la Fama , campeggiante nel centro del soffitto entro una cornice di architetture illusorie che simulano un portico. Allo stesso periodo spetta il grandissimo dipinto con il Seppellimento di S. Petronilla del Museo Capitolino a Roma , notevole soprattutto per la forza del chiaroscuro, per lo splendido colore derivatogli dalla scuola bolognese, e per il realismo delle figure degli affossatori che ci ricordano quelli del Caravaggio nel Seppellimento di S. Lucia . Il breve soggiorno del G. a Roma non permise al pittore di essere influenzato dagli artisti che lavoravano nell'Urbe in quel tempo, né di influenzare a sua volta gli altri. Nel 1623, dopo la morte di Gregorio XV, il G. lasciava Roma per trascorrere ormai la sua vita in Emilia fra Cento, Reggio, Piacenza e Bologna. A Piacenza continuò gli affreschi alla volta del Duomo, già iniziati dal Morazzone, con movimentate figure di Profeti : è questa l'ultima opera in cui il G. spiega la freschezza luministica della sua maniera giovanile. Dal 1642 si stabilì definitivamente a Bologna come successore ed erede del suo grande rivale Guido Reni, ma la fresca inventiva della sua fantasia andò perduta nella ricerca di adeguarsi alle esigenze della trionfante estetica classicistica, così che le sue opere, pur non prive di pregi, restano molto al di sotto di quelle precedenti. Ricordiamo in questo periodo il Cristo che appare alla Maddalena (Cento), la Decollazione di S. Maurelio (a Ferrara), la Semiramide di Dresda e il Ripudio di Agar (a Brera), tutte uguali, prive di vita, oleografiche. Il G. fu anche incisore e lasciò numerosi disegni dal tocco leggero e nervoso, tra i più spiritosi del Seicento.

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