Categoria: Artisti
Nome: Carracci
 
Ritorna: Eenco Artisti che hanno lavorato a Roma

Annibale Carracci viene chiamato a Roma nel 1595 da Odoardo Farnese, per dipingere la sua camera nel palazzo Farnese (camerino).

TITOLO
ANNI
LUOGO
ITER
Affreschi del camerino Farnese
1595-1597
Palazzo Farnese
5
Affreschi di Galleria Farnese (trionfo di Bacco e Arianna, Pan e Diana, Poliremo e Galatea, Poliremo e Aci, Apollo e Giacinto, Ganimede e l'aquila, Mercurio e Paride, Ercole e Jole, Giove e Giunone, Venere e Anchise, Diana e Endimione)
1597-1600
Palazzo Farnese
5
Assunzione della Vergine
1600-1601
Cappella Cerasi S. Maria del Popolo
7
Affresco soffitto della Cappella Cerasi
1600-1602
S. Maria del Popolo
7
Paesaggio con la Fuga in Egitto
1604 circa
Galleria Doria Pamphillj
1e7
Paesaggio con la Deposizione (forse con Francesco Albani)
1604 circa
Galleria Doria Pamphillj
1e7
Trittico
1604-1605
Galleria Nazionale d'Arte Antica Palazzo Barberini
3
Il Mangiafagioli
1583-1584
Galleria Colonna
5
Santa Caterina
1583-1584
Galleria Doria Pamphillj
1e7
Giovane uomo
1583-1584
Galleria Borghese
7
San Francesco in meditazione
1584-1585
Musei Capitolini
1
Giovane uomo
1583-1584
Galleria Borghese
7
San Francesco in preghiera
1585-1586
Galleria Borghese
7
Sansone in carcere
1594
Galleria Borghese
7
Cristo e la Cananea
1594-1595
Palazzo Farnese
5
Madonna di Loreto - Chiesa di S.Onofrio
1604-1605
Gianicolo - Piazza Sant'Onofrio 2
5
Opere attribuite a Carracci
-
-
-
Madonna con Bambino
-
Galleria Capitolina
1
San Gerolamo nel deserto
-
Galleria Doria Pamphillj
1e7
Paesaggio con cacciatori presso un fiume
-
Galleria Doria Pamphillj
1e7
Ritratto di giovane
-
Galleria Spada
5
Madonna con Bambino e Santi
-
Palazzo del Quirinale
3
Ritratto di Cavaliere
-
Galleria Nazionale
7
Adorazione dei pastori
-
Galleria Nazionale
-
Ritratto di Gentildonna con cagnolino
-
Palazzo Pallavicini-Rospigliosi, Via XXIV Maggio 43 (Quirinale)
3

(I due fratelli Agostino ed Annibale , il loro cugino Ludovico ed il figlio naturale di Agostino, Antonio ) operosi in patria e a Roma nella seconda metà del 16° sec. e nel primo decennio del 17°. I C. sono noti per aver voluto porre rimedio allo stanco formulario dell'ultimo manierismo rifacendosi direttamente ai grandi maestri del classicismo cinquecentesco, dando vita, nell'ambito della pittura del Seicento, a quella corrente che, in contrapposizione allo spregiudicato realismo caravaggesco, si suole definire come classicheggiante.

Per attuare il loro proposito, i C. fondarono (1582) a Bologna la Accademia dei Desiderosi (poi detta degli Incamminati ), di cui Ludovico assunse la direzione, mentre Annibale vi insegnava disegno e pittura e Agostino anatomia, prospettiva e architettura. Le finalità istituzionali dell'Accademia e la stessa operosità dei C. come pittori furono a lungo interpretate come una manifestazione di eclettismo; in realtà, questa interpretazione non può essere accolta, in quanto l'adesione dei C. ad una poetica classicista non si risolse mai in una scolastica e accademica imitazione della maniera dei grandi maestri del Cinquecento, da Raffaello a Michelangelo, dal Tiziano al Correggio, né prescisse da una osservazione diretta e affettuosa del mondo della natura. Anzi: il loro classicismo, rinsanguato da un cordiale e sincero accostamento alla realtà, mirò ad esprimere un mondo antico nei soggetti e nei pretesti, ma del tutto nuovo nello spirito animatore, un mondo capace di manifestare nella sua interezza la realtà della storia passata come della civiltà contemporanea e di interpretarne le aspirazioni con una decorazione aulica e fastosa non immemore degli ideali di bellezza e di decoro che erano stati propri del Rinascimento. In questo senso i C. , o per lo meno il più dotato fra loro e cioè Annibale, si contrappongono al manierismo con pari vigore del Caravaggio, anche se in modi ben diversi da lui, e danno avvio a due tra le più significative correnti artistiche del Seicento europeo: una, impersonata dal Domenichino, Guido Reni, l'Albani, Poussin e Claude Lorrain, che sviluppò il loro idealismo classico; l'altra, ispirata ad una fastosa eloquenza decorativa, che, attraverso Lanfranco e Pietro da Cortona, doveva confluire in Rubens. Né la collaborazione fra i tre maggiori C. (Antonio, è ovvio, appartiene ad un'altra generazione), fu limitata all'attività svolta nell'ambito dell'Accademia; per lo meno fino al momento della partenza di Agostino e di Annibale alla volta di Roma, i tre artisti lavorarono insieme, ad esempio nella decorazione a fresco dei Palazzi Fava (1584) e Magnani (1588-90) a Bologna. Questa comunanza di intenti e di opere non esaurì però la loro attività, sicché un esame della loro produzione ci consente di esprimere un giudizio diverso sulla maggiore o minore validità della personalità artistica di ognuno di essi.

Annibale CARRACCI (Bologna 1560 - Parma 1609). Opere: storie di Ercole e Ulisse , ciclo decorativo organizzato in riquadri che illustrano episodi mitologici tra i quali spicca il Trionfo di Bacco Arianna . Palazzo Farnese, Roma (iter 5) . Di questa decorazione faceva parte anche la tela con Ercole al bivio (Museo di Capo di Monte Napoli). Assunzione , cappella Cerasi di Santa Maria del Popolo a Roma (iter 7). Decorazione delle lunette nella cappella di palazzo Aldobrandini (1603 - 1604) con Storie della Vergine , tra le quali la Fuga in Egitto, Roma Galleria Doria Pamphili (iter 1 – 7 ).

 Agostino CARRACCI (Bologna 1557 - Parma 1602). Fu dapprima alla scuola di P. Fontana, poi di B. Passerotti, infine del cugino Ludovico C. ; fu avviato all'incisione da D. Tibaldi e dal fiammingo C. Cort. Nel 1581 fu a Parma, poi a Venezia dove incise opere di Paolo Veronese e del Tintoretto; agli anni 1589-90 appartengono le incisioni per la Gerusalemme Liberata. Nel 1584, in società con il fratello e con il cugino, condusse la decorazione a fresco del palazzo Fava con le Storie degli Argonauti, seguita alcuni anni più tardi dalle Storie dell'Eneide, nello stesso palazzo, e dagli affreschi nel Palazzo Magnani con episodi della leggenda di Romolo e Remo; dei tre C. Agostino era artisticamente il meno dotato, ma dai suoi stessi familiari era riconosciuto come il più colto; è perciò probabile che a lui spetti l'ideazione generale delle Storie degli Argonauti, tra le quali vengono ritenute di sua fattura la Consegna del vello d'oro, Giasone che uccide il drago e alcune altre. Agli stessi anni appartengono una serie di pale d'altare ( Comunione di S. Gerolamo e l'Assunzione della Vergine, entrambe a Bologna, che sono i suoi quadri più famosi; l' Ultima Cena , Prado; Cristo e l'adultera , Brera) nelle quali è facile scorgere un'influenza veneta. Nel 1596 o 1597 dovette raggiungere Annibale per i lavori di Palazzo Farnese (Iter 5) , dove gli sono attribuiti i riquadri con Galatea e Aurora e Cefalo ; nel 1599 era però già di ritorno a Bologna, donde fu chiamato a Parma (1600) per la sua ultima impresa, e cioè la decorazione di un camerino nel Palazzo del Giardino.

Antonio CARRACCI (Venezia 1583 circa - Roma 1618). lavorò alla Cappella Paolina del Quirinale (Iter 3) . Sua è la S. Margherita d'Antiochia nella chiesa di S. Caterina dei Funari a Roma .

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